Albaspina o biancospino, è un arbusto della famiglia delle rosacee, i suoi rami spinosi, dal legno molto duro, hanno un andamento contorto, in primavera sono ricoperti di piccoli fiori bianchi dall'odore acre. L'alba spina ha una lunga mitologia che l'associa ai riti pagani di fertilità, alle leggende celtiche o ancora alla simbologia cristiana. Per i greci era crataegus oxyacantha ovvero "forza e spina pungente": in un solo nome erano racchiuse le virtù dell'albero.
Il mio lavoro sintetizza non in una parola, come per i greci, ma in un corpo, gli elementi dell'arbusto che mi sono affini. Questo corpo è frammentato, quale richiamo al naturale groviglio dei rami ma, anziché seguire linee curve che si sovrappongono e infittiscono nel processo di crescita, segue una linea orizzontale, fatta di piccole porzioni di “rami”, uno all'interno dell'altro. All'estremità del corpo sono due coni appuntiti, sono le spine, queste sono inglobate nella struttura e ne formano l'inizio e la fine. Allineare le spine, piegarle, crea uno spazio aperto uno spazio che invita chi lo attraversa a calare le difese, a lasciarsi avvicinare, come un animale selvatico ammansito da un gesto, il respiro rallenta, il manto si distende e allora diviene possibile “incontrarsi”.
Le spine così retratte sono esse stesse tronco e pronte a sbocciare come piccoli fiori bianchi dall'odore acre,  forse in ricordo di ciò che sono state un tempo.


materiali: lavoro formato da quattro segmenti di porcellana bianca, uno nell'altro disposti sul pavimento. Monocottura 1260 °C
dimensioni: L 235 cm x Ø 24 cm.

Albaspina/Whitethorn – or hawthorn – is a shrub belonging to the rose family. Its hard-wooded, thorny branches are twisted, bent, and in springtime they become covered in tiny, white, pungent-scented flowers. The mythology of whitethorn associates the plant with pagan fertility rituals, with Celtic legends, and even with Christian symbology. The name the Greeks gave it,crataegus oxyacantha, means “strength and stinging thorn”: a single name containing all the shrub’s qualities.  
My work synthesizes the elements of the shrub that are akin to
me not in a word, as did the Greeks, but in a body. This body is fragmented, evoking the natural entanglement of the branches. Rather than follow the curving lines that overlap and become more impenetrable with growth, my body follows a horizontal line composed of small portions of “branches” contained in one another. At the body’s extremity, two sharp cones, the thorns embedded in the structure of which they are the beginning and the end. The thorns’ alignment, their curving, creates an open space, a space that invites those who cross it to lower their defenses, to become more approachable: like a wild animal soothed by a gesture, their breathing becomes shallower, surface tension slackens. Thus, an encounter becomes possible.
Thus withdrawn, the thorns are themselves part of the trunk, ready to blossom in the form of tiny, pungent-scented flowers, a homage to their former  selves.


materials: the work consists of four segments of white porcelain, contained inside one another, arranged on the floor. Single firing 1260 °C
size: L 235 cm x Ø 24 cm.

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